Nuova storia (non più) in cantiere

Eh, cari lettori saltuari, di questo passo si pubblicherà ben poco nei prossimi mesi: la sessione estiva di esami incombe. Ma non disperate! Grazie a una editor d'eccezione ben presto potrebbe arrivare un nuovo racconto...

La (non tanto vera) storia di William Told

Ebbene sì, so che vi avevo promesso un "Edimburgo, Natale '33" ma, come si suol dire, "la coerenza è il trastullo delle menti semplici."
In realtà durante le vacanze ho avuto modo di mettere le mani su uno dei ricordi cardine della mia infanzia: la raccolta completa del mitico Raccontastorie (e chi non lo conosce, vada a cercarselo su wikipedia). Tra le tante fiabe antiche e moderne, quella che più mi ha appassionato (in effetti, la seconda, ma portate pazienza...) era, ed è tutt'ora, senz'altro quella del prode Guglielmo Tell, del malvagio Conte Gessler e del figlioletto senza nome (cui il buon Van De Sfroos, tanto per cambiare, ha dedicato una canzone che consiglio a tutti per entrare nello spirito giusto). Affascinato a tal punto, in effetti, che non ho potuto fare a meno di dedicarne una revisione moderna, la storia appunto del nostro Willy, riveduta e corretta e ambientata (stranamente) in Irlanda.
Un paio di precisazioni, come sempre, prima di lasciarvi all'ottima lettura. Tutti i fatti sono inventati nella misura in cui lo sono quelli della leggenda di Guglielmo Tell, cui l'intera storia fa riferimento esplicito (non avendo trovato un detentore dei diritti, spero che il popolo svizzero non me ne voglia). L'intera vicenda è narrata volutamente con un tono 'fiabesco' decisamente sopra le righe, peraltro divertentissimo alla scrittura, e spero altrettanto alla lettura. Sopra le righe sono allo stesso modo i dialoghi, il dipanarsi della vicenda (dubito seriamente che un drappello di rudi soldati scoto-britannici possa in qualche modo essere eliminato da una relativamente innocua torbiera irlandese, nè mi risulta che nei pressi di Athenry qualcuno sia mai scomparso in questo modo) e ovviamente i personaggi.
In particolare, pur non essendo io il fan numero uno della Corona e dell'Inghilterra, nemmeno nel mio delirio immagino che gli ufficiali britannici siano in qualche modo riferibili al malvagio Capitano Kellerman, che è come è solo perché assolve all'ingrato, ma fondamentale, compito di cattivo dell'intera vicenda.
Ci tengo a dire anche che mi è dispiaciuto parecchio non dare un nome alla bella fanciulla amante di Willy, ma per amor di coerenza, se il figlio del Guglielmo Tell avesse mai avuto un nome, a me non è dato conoscerlo.
Come al solito, non ho resistito alla tentazione di inserire qua e là qualche citazione musicale che sfido chiunque a rintracciare (non perché sottovaluti l'amore dei miei lettori per la musica, ma allo stesso tempo non sopravvaluto la popolarità delle canzoni che ascolto io).
Non mi resta che augurarvi buona lettura, e spero presto di regalarvi altri lavori (esami permettendo).

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